Europa Creativa: Nista, servono progetti italiani più innovativi

Leila Nista al convegno Il cinema, la formazione, l'Europa, Roma 25-10-2013 - foto di Viola De SandoLeila Nista, contact point italiano del programma Ue Europa Creativa, ha spiegato a FASI.biz come sfruttare la meglio le potenzialità del nuovo programma Europa Creativa 2014-2020.

A margine del convegno “Il cinema,  la formazione, l’Europa”, organizzato il 25 ottobre 2013 presso lo Spazio Europa a Roma dall’Associazione TIA Formazione internazionale in collaborazione con FASI.biz, L’Araldo dello spettacolo, OSECO e Warrant Group, la Nista ha chiarito il ruolo del Ministero dei beni culturali, delle attività culturali e turismo (Mibac) nell’ambito del programma Europa Creativa, specificando i punti di deboli del progetti italiani presentati nelle precedenti programmazioni e gli obietti su cui puntare nel prossimo settennato.

Progetti italiani, pro e contro

Il contact point nazionale per Europa Creativa, istituito dal Mibac, si occupa di aiutare a livello gratuito tutti gli operatori culturali che intendono realizzare progetti nell’ambito del programma Europa Creativa. Lo scopo è canalizzare idee verso obiettivi nuovi.

Negli anni precedenti abbiamo rilevato che i progetti italiani presentati nel contesto del programma Cultura si basavano su idee molto buone, ma in alcuni casi non si allineavano con gli obiettivi fissati dall’Ue. Questo ha inciso sulla sorte di diversi progetti, che non sono stati selezionati dalla Commissione europea.

Per il programma Cultura l’Italia – secondo i nostri dati - nel 2012 l’Italia era terza insieme alla Polonia, dopo Francia e Germania, per numero di progetti presentati. In alcuni settori i progetti italiani hanno primeggiato, come la cooperazione internazionale, mentre in altri settori, come le tradizioni letterarie, l’Italia ha incontrato più difficoltà. Questo è avvenuto perché i progetti di cooperazione internazionale erano molto grandi in termini di partner, risorse ed obiettivi, mentre i progetti legati alle tradizioni letterarie erano molto piccoli.

Europa Creativa, i progetti su cui puntare

Ora con il nuovo programma Europa Creativa bisogna essere svegli e capire prima di tutto che gli input sono diversi, abbandonando i progetti tradizionali e puntando su progetti creativi, basati sulla mobilità degli operatori culturali e degli artisti, sulla digitalizzazione, sulla sostenibilità e sull’internazionalizzazione. Bisogna inoltre capire che il patrimonio culturale non costituisce l’epicentro del programma Europa Creativa, che mette al centro tutti i beni immateriali (artistici, storici, archivistici, archeologici, ecc...) di un paese e anche il suo patrimonio ambientale.

Un progetto basato sul restauro di un museo, ad esempio, avrà scarse possibilità di successo nel corso delle selezioni della Commissione.

L’Italia deve presentare progetti innovativi, che uniscano, ad esempio, la tutela del patrimonio culturale a nuovi panorami lavorativi, sulla base della strategia Europa 2020. In questo periodo di crisi il programma Europa Creativa costituisce, infatti, il contraltare di Europa 2020, grazie alla volontà intrinseca del programma di favorire la circolazione e la creazione di nuovi network, anche attraverso partenariati pubblici privati.