Confederazioni a Barca: subito una ricognizione sui fondi Ue disponibili per il Sud

MeetingUn documento sulle priorità per lo sviluppo del Mezzogiorno. A presentarlo al ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca, Confindustria, Cgil, Cisl e Uil nel corso dell'incontro 'Lavoro e impresa nelle politiche di sviluppo e coesione'. Occhi puntati sui fondi strutturali e sul Piano di azione e coesione: le parti chiedono un'accelerata nell'utilizzo dei primi e nell'attuazione del secondo.

Per aziende e sindacati, "la crisi sta colpendo il Sud del Paese in modo più forte che altrove, aggravata da fragilità strutturali mai risolte [...] La caduta degli investimenti privati e l'emorragia di posti di lavoro impongono un intervento per rilanciare una più forte capacità competitiva del Mezzogiorno. Le prospettive di sviluppo, il rilancio della domanda interna e l'uscita dalla crisi sono legate a doppio filo alle sorti del Sud del paese".

Fondi strutturali

In tale contesto, le parti sociali osservano come, negli ultimi tre anni di programmazione, debbano ancora essere rendicontati a Bruxelles circa 30 miliardi di euro. Un ritardo nell'utilizzo dei fondi strutturali inaccettabile, in un momento in cui il Paese deve essere in grado di garantire una pianificazione razionale e trasparente, nonché di accelerare e migliorare l'utilizzo di queste risorse.

In questa direzione, le tre Confederazioni sindacali insieme a Confindustria propongono di costituire, con le amministrazioni interessate, "uno specifico gruppo operativo sul tema 'impresa e lavoro', cui affidare, in tempi brevi, la ricognizione degli strumenti disponibili in materia di investimenti produttivi e di occupazione, l'identificazione delle risorse dei fondi strutturali mobilitabili, i tempi delle attività ed i risultati attesi, secondo il metodo adottato con il Piano d'Azione e Coesione". Il tutto insieme ad una PA più snella e trasparente, oltre che partecipativa.

Piano di azione e coesione

In merito al Piano d'Azione e Coesione voluto dal ministro Barca, le aziende e i sindacati lamentano persistenti difficoltà amministrative e burocratiche che ne rallentano l'attuazione.

Dunque, "in vista di una nuova, possibile, decisione di riprogrammazione in autunno, occorre affiancare agli interventi fin qui messi in campo, una specifica azione per la competitività delle imprese e la ripresa occupazionale", ovvero irrobustire il Piano d’Azione e Coesione per il Mezzogiorno. Di 108 crisi aziendali, si ricorda nel documento, "51 riguardano imprese del Mezzogiorno per un totale di 35mila lavoratori coinvolti. Per questo, accanto agli strumenti messi in campo con il dl Sviluppo, bisogna prevedere un orientamento dei fondi anche verso lo sviluppo e il sostegno delle realtà produttive, per affrontare i casi di crisi che stanno interessando i territori meridionali".

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Piano d’Azione Coesione