Intesa Unioncamere, Infocamere e Rete Imprese Italia per mediazione

Computer - foto di orangeacid Poter risolvere le controversie in maniera rapida ed economica aiuta la competitività delle imprese, soprattutto le Pmi e ancor di più in un momento di crisi. Per questo, Unioncamere, InfoCamere e Rete Imprese Italia hanno siglato un protocollo d'intesa che li vede alleati nella promozione della mediazione. In primo luogo quella online, resa possibile dall'applicativo telematico 'ConciliaCamera', attivato circa un anno fa da InfoCamere per gli organismi incaricati delle Camere di commercio.

Da marzo 2011 il ricorso alla mediazione è obbligatorio per una serie di controversie e le Camere di commercio si trovano a gestire circa 2mila procedure ogni mese. In totale si contano 30mila procedimenti eseguiti nell'intero periodo e si stima un risparmio di 123 milioni di euro solo da settembre 2011 a oggi.

'ConciliaCamera' si inserisce in questo processo realizzando la completa informatizzazione del procedimento di mediazione, in modo da raggiungere, osserva Valerio Zappalà, direttore generale di InfoCamere, un duplice scopo: “Da un lato si garantisce la semplificazione e l’alleggerimento del carico di lavoro degli uffici e, dall’altro, si favorisce l’accesso degli utenti al servizio di mediazione”.

La mediazione, spiega il presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello, offre una risposta ai ritardi del sistema giudiziario - “per arrivare ad una sentenza di primo grado ci vogliono circa 400 giorni, mentre per attendere un giudizio in cassazione non sono sufficienti 1.400 giorni” - garantendo “una soluzione in tempi infinitamente più brevi”: per chiudere un contenzioso presso le Camere di commercio, infatti, bastano in genere 50 giorni.

Grazie al protocollo, continua Giorgio Guerrini, Presidente di turno di Rete Imprese Italia, tutte le associazioni che compongono l'organizzazione potranno gestire, in partnership con le Camere di commercio, il servizio di mediazione e conciliazione. “La diffusione della cultura del cosiddetto 'diritto mite', ovvero della propensione a rivolgersi a strumenti alternativi di giustizia, conclude Guerrini, permette di superare uno dei tanti problemi delle imprese italiane, i ritardi della giustizia civile che costano agli imprenditori oltre 2 miliardi di euro l’anno”.

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