Piano Banda ultralarga - i risultati della consultazione pubblica 2015

Banda ultralarga

Le aree a fallimento di mercato, in cui si prevede l'intervento pubblico, sono più di quanto stimato nel 2014

Infratel mette a disposizione i risultati della consultazione pubblica 2015 per l’aggiornamento della mappa della disponibilità di connettività ultrabroadband offerta dagli operatori di telecomunicazioni e l'individuazione delle aree a fallimento di mercato in cui il pubblico dovrà intervenire nell'ambito del piano nazionale per la banda ultralarga.

Il punto di partenza della consultazione è il gap ancora presente in tutte le Regioni rispetto a gli obiettivi europei per il 2020 di copertura totale della popolazione a 30Mbit/s e di attivazione da parte del 50% dei cittadini di servizi a 100Mbit/s.

Il sondaggio mira a individuare le aree a fallimento di mercato, cioè quelle in cui gli operatori non sono finora intervenuti con i propri programmi di infrastrutturazione, né hanno interesse a farlo entro i prossimi tre anni, che saranno oggetto delle misure di aiuto previste dal piano nazionale per la banda ultralarga.

I risultati della consultazione pubblica 2015

L'indagine si è svolta dall’8 maggio all'8 luglio 2015 e ha coinvolto 30 operatori, contro i 7 della consultazione 2014, segnalando una maggiore attenzione del comparto privato allo sviluppo delle tecnologie ultrabroadband.

Rispetto alla consultazione dello scorso anno, inoltre, il territorio nazionale è stato suddiviso in 94.645 aree, con l'obiettivo di ottenere un quadro il più possibile preciso della situazione.

Il maggior livello di dettaglio dell'analisi ha fatto attestare a quota 415mila (1,5% del totale) le aree passate dai Cluster C e D (fallimento di mercato) ai Cluster A e B, dove i privati sono disposti a investire.

Le aree inserite nei Cluster A e B che sono risultate non servite dagli operatori nel triennio e che quindi sono passate al Cluster C sono invece pari a 1,4 milioni, corrispondenti al 5% del totale.

L'altro dato che emerge dalla consultazione è la distanza tra gli obiettivi della strategia nazionale per la banda ultralarga e i programmi di investimento degli operatori, che solo un deciso afflusso di risorse pubbliche sembra poter in parte colmare.

Al netto degli investimenti pubblici previsti dal piano nazionale e dalla delibera CIPE n. 65-2015 che stanzia i primi 2,2 miliardi di euro a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione, infatti, nel 2018 secondo gli operatori il 36,3% delle unità immobiliari non sarebbe collegato ad alcuna rete a banda ultralarga e solo il 21,42% del totale sarebbe collegato in modalità FTTB/FTTH/FTTDP. Il piano del Governo è garantire, entro il 2020, il 100% di copertura a 30 Mbps e l’85% a 100 Mbps.

Link
Risultati della consultazione pubblica 2015
Piano Juncker - Banda larga, Fondo di garanzia per investimenti privati

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Author: Long Road Photography (formerly Aff) / photo on flickr