Politica Coesione - Consiglio ministri Ue lavora a semplificazione

Per il Consiglio Affari generali, la Politica di coesione è essenziale per la transizione a un'economia a basso tenore di carbonio, ma deve essere semplificata

Consiglio Affari generali

Ministri Ue a confronto, insieme alla commissaria per la Politica regionale Corina Cretu, sul funzionamento dei fondi strutturali e di investimento europei (SIE), con particolare attenzione a tre questioni: il contributo della Politica di coesione all'obiettivo di un'economia low carbon, il programma per la cooperazione transfrontaliera Interreg e l'esigenza di semplificare le regole richiamata tanto da chi i fondi Ue li gestisce, quanto da chi prova ad accedervi.

Il dibattito è stato proposto dalla presidenza lussemburghese nel corso dell'ultimo Consiglio Affari generali, presente per l'Italia il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, e ha condotto all'adozione di un pacchetto di conclusioni da parte dei rappresentanti degli Stati membri.

Fondi SIE e riduzione emissioni

In vista della conferenza internazionale sul clima (COP 21), i ministri hanno ragionato sul contributo della Politica di coesione alla transizione energetica.

I fondi strutturali e di investimento europei 2014-2020, ha sottolineato Camille Gira, segretario di Stato per lo sviluppo sostenibile del Lussemburgo e presidente del Consiglio dei ministri Ue, forniranno complessivamente 110 miliardi di euro per il finanziamento di misure collegate all'azione per il clima, di cui 45 miliardi dedicati alla transizione verso un'economia low carbon. Transizione, ha aggiunto Gira, che non è più considerata dai paesi Ue un fardello, ma un'opportunità di sviluppo.

I ministri torneranno sul tema dell'implementazione dei fondi SIE alla luce dei risultati della COP 21, in programma a Parigi a dicembre.

25 anni di Interreg

A 25 anni dalla sua introduzione, hanno convenuto i ministri, Interreg si conferma utile per generare cambiamenti a medio-lungo termine, ma appare anche come uno strumento che può aiutare l'Europa ad affrontare la sfida migratoria.

Da qui la necessità di un migliore coordinamento tra gli Stati membri, anche per sfruttare le possibili sinergie tra il programma di cooperazione transfrontaliera e altri schemi di finanziamenti europei, nazionali e regionali.

Semplificazione

Infine, il Consiglio ha ribadito le aspettative degli Stati membri circa la semplificazione dei fondi strutturali e di investimento europei, che rappresenta “una sfida permanente tanto per i beneficiari quanto per le autorità coinvolte nella gestione e del controllo dei programmi”, si legge nelle conclusioni.

Nel testo, i ministri Ue hanno chiesto maggiore cooperazione tra Commissione, Stati membri e autorità di gestione per:

  • effettuare una diagnosi delle principali fonti di complessità, di carico burocratico e di sovra-regolazione nei programmi operativi;
  • identificare e proporre misure concrete di semplificazione da attuare nella programmazione in corso;
  • suggerire interventi legislativi solo laddove non sia possibile evitarli e a condizione che ne derivino benefici tangibili sia per i beneficiari che per le autorità coinvolte;
  • rivedere la legislazione e gli atti non legislativi nella prospettiva di tracciare soluzioni di semplificazione per la programmazione post-2020;
  • condividere le buone pratiche sperimentate negli Stati membri.

Anche in questo caso, i ministri torneranno a discutere del tema nel quadro delle prossime sessioni del Consiglio Affari generali dedicate alla Politica di coesione.

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Conclusioni del Consiglio Affari generali

Fondi Ue - istituito Comitato sorveglianza programmi 2014-2020

Photo Credit 'The European Union'