European progress microfinance facility, lo strumento Ue che agevola il microcredito

Euro - foto di UsienAvviare una piccola attività in Europa diventa più facile con l’European progress microfinance facility (Epmf), lo strumento comunitario lanciato nel 2010 per facilitare l’accesso al credito delle Pmi. Lo annuncia la Commissione Ue nel rapporto presentato il 17 luglio a Bruxelles. Il documento raccoglie i primi risultati sull’implementazione dell’Epmf, uno strumento nato per far fronte alla crisi economico-finanziaria degli ultimi anni, supportando la costituzione e lo sviluppo di piccole imprese.

Cos’è l’Epmf?

Le risorse a disposizione fino al 2013 ammontano a 203 milioni di euro (103 milioni di euro provenienti dall’Ue e 100 milioni di euro dalla Banca europea per gli investimenti) e servono ad accrescere la disponibilità di prestiti di importo inferiore a 25mila euro.

L’Epmf non finanzia direttamente gli imprenditori, ma consente agli intermediari di microcredito aderenti all’iniziativa (banche private o pubbliche, istituti di microfinanza non bancari, erogatori di microcredito senza fini di lucro) di aumentare il volume dei prestiti, emettendo garanzie per coprire il rischio di eventuali perdite e fornendo ulteriori fondi per la concessione di microfinanziamenti.

I risultati del 2011

Nel corso del 2011 sono stati siglati ben 18 accordi con diversi intermediari provenienti da 12 Stati membri, per un valore complessivo di oltre 73,8 milioni di euro. Grazie a tali risorse possono essere finanziati non solo i progetti dei piccoli imprenditori, ma anche quelli dei cosiddetti soggetti 'a rischio' (come i giovani), spesso penalizzati nella richiesta di un prestito a causa della mancanza di garanzie sufficienti.

I settori produttivi maggiormente finanziati sono: commercio (28,5% delle micro-imprese finanziate) e agricoltura (20% delle micro-imprese finanziate).

Al momento tra le intese siglate non vi è nessun intermediario italiano, ma entro la fine del 2012 la Commissione Ue prevede di concludere diversi accordi anche in Italia.

Tra i risultati emersi vi sono anche segnali positivi sul fronte delle risposte alla disoccupazione: oltre il 27,4% dei soggetti che hanno richiesto un prestito per aprire un’attività in passato erano disoccupati o inattivi.

Come ha ricordato il commissario Ue per l’Occupazione, gli affari sociali e l'inclusione, László Andor, "l’Epmf – garantendo l’accesso al microcredito per creare posti di lavoro, con particolare attenzione ai soggetti più svantaggiati – ha dimostrato di essere un importante strumento sociale di investimento che dovrebbe continuare in futuro".

Il futuro dell’Epmf

A tal proposito la Commissione Ue ha proposto lo scorso ottobre, come 'successore' dell’Epmf, il Programma Ue per il cambiamento e l’innovazione sociale 2014-2020 (Psci). Il Psci, insieme al Fondo sociale europeo (Fse) e al Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg), formerà il terzo pilastro dell’iniziativa europea per l’occupazione e l’inclusione sociale 2014-2020, estendendo il sostegno agli intermediari di microcredito nell’ambito dell’Epmf.

Links

Rapporto sull’implementazione dell’Epmf - 2011


Programma Ue per il cambiamento e l’innovazione sociale 2014-2020 (Psci)