Startup - Digital Magics, le richieste degli investitori al Governo

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Digital Magics presenta il White Paper per le startup: otto proposte al Governo Italiano per dare vigore al sistema dell'innovazione in Italia

Il punto di partenza per un'ampia riflessione sulle startup e sull'ecosistema dell'innovazione in Italia, attraverso il coinvolgimento dei protagonisti della filiera digitale del Paese. Così il venture incubator Digital Magics descrive il White Paper inviato al Governo italiano, e presentato a Pisa nell'ambito dell’Internet Festival 2015. Una proposta in otto punti per promuovere un’azione politica mirata a favore delle startup digitali e delle loro potenzialità.

Incrementare i livelli di agevolazioni fiscali per le startup

Il tema è regolamentato attraverso il cosiddetto Decreto Crescita 2.0 (Dl 18 ottobre 2012 n. 179), che ha introdotto specifiche agevolazioni fiscali a favore dei soggetti che investono in startup innovative negli anni 2013, 2014 e 2015:

  • detrazione Irpef del 19% della somma investita nel capitale di una o più startup direttamente o per il tramite di organismi di investimento collettivo del risparmio che investono prevalentemente in questo tipo di imprese;
  • deduzione Ires, per soggetti passivi d’imposta diversi da imprese startup innovative, del 20% della somma investita nel capitale di una o più startup direttamente o per il tramite di organismi di investimento collettivo del risparmio o altre società che investano prevalentemente in startup innovative.

Al testo si è aggiunto il decreto-legge n. 3-2015, più noto come Investment Compact, che introduce la categoria di PMI innovative e le ammette alle agevolazioni già previste per le startup dal dl n. 179-2012.

Tuttavia, nota Digital Magics, tali agevolazioni appaiono non sufficienti ad incentivare un investimento determinante in materia di innovazione. Considerato l’elevato rischio connesso con il finanziamento di una startup, il venture incubator ritiene fondamentale un maggiore sforzo da parte del Governo in tema di tax credit.

In tal senso, nel White Paper si auspica una revisione al rialzo di tali misure, ipotizzando una detrazione Irpef per le persone fisiche almeno del 30-40% e una deduzione dell’imponibile Ires di almeno il 30% per le persone giuridiche. In alternativa, si propone di intervenire prevedendo la detraibilità, anziché di deducibilità, degli investimenti in startup innovative anche per le persone giuridiche.

Tali misure sortirebbero l’effetto positivo di favorire maggiormente la raccolta di capitali di equity da parte delle nuove imprese.

Digital Magics consiglia poi di guardare oltre i confini nazionali, prestando attenzione a quanto realizzato in altre realtà internazionali. Il modello da seguire sarebbe, nello specifico, quello inglese: nel 1994 il Regno Unito ha introdotto il primo schema d’incentivi per investimenti in aziende non quotate, istituendo il cosiddetto Enterprise Investment Scheme (EIS) Fund.

Nel 2012 è stato poi introdotto il Seed Enterprise Investment Scheme (SEIS) per gli investitori qualificati che sottoscrivono azioni di startup innovative con meno di 25 impiegati, stabilite nel Regno Unito, con valore degli asset inferiore a 200mila sterline e meno di 2 anni di attività. 

Le Startup come veicolo di Open Innovation per le PMI

Si tratta di creare un collegamento fra startup e PMI, che rappresentano il vero tessuto economico italiano, dando vita ad un circolo virtuoso di conoscenze specifiche e crescita economica. Come? Il venture incubator suggerisce alcune possibili vie di attuazione:

  • Tax credit: prevedere ulteriori agevolazioni fiscali sulle imponibili Irpef/Ires per tutti gli elementi della filiera, andando così a rafforzare quanto previsto per le PMI innovative dall’Investment Compact, con l’inclusione nel credito d’imposta fino al 50% dei costi sostenuti per attività R&S anche mediante contratti di outsourcing. Tale misura non implicherebbe costi eccessivi per il Governo e troverebbe facilmente copertura nella programmazione dei fondi europei 2014-2020;
  • Iniziativa locale: Camere di Commercio, Comuni e Regioni potrebbero agire congiuntamente ai privati, per ampliare l’offerta di servizi a sostegno delle startup;
  • Definizione di startup innovativa: il suggerimento è di estendere tale definizione, oggi limitata alle startup contraddistinte da un alto valore tecnologico, anche a quelle che offrono servizi relativi al “Digital Made in Italy”;
  • Credito d’imposta R&S: si suggerisce di rendere la misura da transitoria a strutturale, favorendo così più efficacemente gli investimenti delle imprese nazionali e l’attrazione di nuovi soggetti non residenti ad investire in Italia.

Potenziare lo strumento del crowdfunding

L’Italia è il primo Paese in Europa ad essersi dotato di una normativa specifica e organica relativa all’equity crowdfunding, attraverso il dl Crescita e il regolamento CONSOB.

Tuttavia la normativa ha in se diversi limiti, come l'obbligo di far sottoscrivere una quota pari almeno al 5% degli strumenti finanziari offerti a investitori istituzionali (ad es. fondazioni bancarie), che ‘costringe’ le imprese a rivolgersi al mercato degli investitori tradizionali, e soglie eccessivamente stringenti al di sotto delle quali non vengono applicati gli obblighi informativi e di comportamento nei confronti degli investitori. Tali condizioni limitano notevolmente il potenziale di investimento delle famiglie italiane, veri e propri angels inattivi.

Rimozione dei limiti degli OICR ad investire in innovazione

Non è pensabile, si legge nel White Paper, continuare ad escludere l’importante area degli Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio (OICR) dagli investimenti per le startup. È necessario che il Governo si attivi rivendendo, ove possibile, la normativa CONSOB e MEF in materia, e riconsiderando i parametri di liquidità utili al fine di permettere posizioni di investimento da parte di OICR. Allo stesso tempo è necessario pensare a nuovi strumenti di agevolazione fiscale che incentivino gli investimenti nelle medie imprese che sostengono aumenti di capitale e che ne garantiscano la loro partecipazione nel medio periodo.

Potrebbe in tal senso essere utile guardare all’esperienza francese, che prevede la realizzazione di OICR specifici, capaci di portare, ogni anno, 500 milioni di euro per le startup innovative, e all’interno dei quali sono previste detrazioni fiscali per i sottoscrittori.

Favorire l’afflusso di capitali dall’industria del risparmio verso le startup

L’Italia è uno dei Paesi occidentali con i maggiori tassi di propensione al risparmio e un elevato stock di ricchezza. Un potenziale che potrebbe rivelarsi fondamentale per il rilancio dell’economia italiana, e che deve essere sbloccato attraverso opportune iniziative legislative che agevolino gli investimenti in innovazione.

Ecco la proposta di Digital Magics: attraverso la nascita di fondi “specializzati” di tipo aperto - sia nella forma dei fondi di fondi che di fondi “diretti” - dedicati all’investimento in startup e PMI innovative, si potrebbe creare un afflusso di almeno un miliardo di euro dei capitali gestiti dall’industria del risparmio verso il sistema delle startup e PMI innovative italiane.

Per superare il rischio della liquidabilità degli investimenti, vera chimera e limite per gli investimenti di capitale di rischio, sarebbe però necessaria l’introduzione di incentivi fiscali, tra cui:

  • la previsione di una ritenuta del 12,5% sulle plusvalenze e/o i dividendi pagati dal fondo rispetto al 26% pagato sulle plusvalenze da qualsiasi altro strumento finanziario;
  • l’introduzione di una deduzione fiscale, riconosciuta al sottoscrittore del fondo, pari al 20% del capitale investito con un limite, spalmata in 5 rate annuali costanti, sul modello inglese.

Creazione di un Fondo di matching per seed capital

Nonostante gli sforzi del legislatore, il mercato italiano dei capitali d’investimento rivolto alle startup è ancora immaturo e strutturalmente arretrato rispetto ad altri importanti Paesi europei. In Italia soltanto il 2% delle risorse investite in private equity è destinato al venture capital, ed il deficit di finanziamento delle imprese innovative è ancora più evidente nella fase seed, lo stadio iniziale dello sviluppo dell’impresa. È di particolare importanza quindi la creazione in Italia di un Fondo capitalizzato da fonte pubblica (ad esempio Cassa Depositi e Prestiti), con il coinvolgimento dei player industriali italiani e dei finanziatori privati che co-investano con il Fondo.

CDP, attraverso il Fondo Strategico Italiano (FSI), è attiva dal 2012 nel venture capital per le imprese neo costituite. Tuttavia, non possiede attualmente competenze e strutture tali da poter sostenere l’analisi di migliaia di presentazioni di idee e di aziende neonate: è perciò preferibile la creazione di un Fondo di matching che agisca quale co-investitore di terzi privati, industriali, istituzionali o qualificati, prevedendo un ruolo centrale per gli incubatori certificati, maggiormente competenti e strutturati per la selezione, analisi e sostegno delle idee imprenditoriali più promettenti.

“Accelerare” l’internazionalizzazione delle startup italiane

La proposta consiste nell'istituzione di un di un centro unico di riferimento per le startup, un Italian Founders Institute (IFI), che fornisca all’ecosistema dell’innovazione italiano maggiore legittimazione e supporto.

Allo stesso tempo sarebbe auspicabile l’implementazione di specifici programmi di formazione sul modello del tedesco Accelerator Program, che aiuta startup appositamente selezionate ad entrare nel mercato statunitense attraverso servizi di hands-on mentoring nelle proprie sedi della Silicon Valley.

Armonizzare gli strumenti di finanziamento regionale

L’ambito degli strumenti regionali rappresenta un aspetto non solo interessante ma di fondamentale importanza per rilanciare efficacemente l’ecosistema dell’innovazione. Tuttavia è necessario superare lo stato di estrema frammentazione della normativa e dei meccanismi di finanziamento verso le startup attraverso un’armonizzazione delle regole di ingaggio dei fondi regionali.

Link
Digital Magics - Proposte per un ecosistema dell’innovazione italiano